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La cima dell'Amiata

Crocemonumentale AbbadiaL'escursione di 12,5 chilometri, fino alla cima dell'Amiata è di grande interesse paesaggistico e panoramico.
Si percorre una strada sinuosa ma priva di forti pendenze che raggiunge la sommità del massiccio tra bellissime estensioni boschive di castagni, di pini di rimboschimento nella fascia inferiore e di faggi oltre i 1000 metri.

Usciti da Abbadia San Salvatore, in lenta salita si lascia a sinistra la chiesa della Madonna del Castagno (867 metri), ricostruita nel 1524, e quindi la miniera chiusa nel 1977, dalla Società Monte Amiata.
Una diramazione a sinistra, conduce alla graziosa Chiesetta dell'Ermeta, preceduta da un portichetto, nel cui interno (secondo la leggenda vi fu sepolta la moglie di re Rachis) vi è un crocifisso ligneo del 1300.
La strada sale addentrandosi in un folto castagneto, tra alte fiancate rossastre, pini e abeti.
Avvicinandosi alla cima, si fanno frequenti, nel bosco, gli insediamenti turistici (villette, qualche albergo) legati allo sviluppo del turismo estivo e invernale che si avvale, in tutto il comprensorio, di quindici impianti di risalita e di una rete attrezzata di sentieri.
Al termine della strada, a quota 1651 metri dove si trovano alberghi e ristoranti, si può continuare a piedi per guadagnare in breve la vetta del Monte Amiata (metri 1738), costituita da un cumulo di massi nudi di peperino rossastro e segnalata da una croce monumentale in traliccio di ferro.
La realizzazione di questo monumento si deve al Papa Leone XIII.
Egli ebbe l'idea di segnalare le vette più alte d'Italia con un simbolo cristiano: una statua del Redentore o una Croce.
Ne furono scelte 20, tra cui l'Amiata e l'elaborazione del progetto fu affidata ad un artista senese, Luciano Zalaffi.
Realizzata in ferro battuto, la croce monumentale misurava 22 metri di altezza e 8 di lato.
Ogni pezzo che la costituiva fu portato in vetta a spalla o a dorso di mulo, dagli abitanti di Abbadia San Salvatore e fu inaugurata il 19 Settembre 1910.
Distrutta dai tedeschi nel Giugno 1944, fu nuovamente ricostruita con il concorso del popolo di Abbadia e il 24 Agosto del 1946, il Santo Padre Pio XII, da Roma la inaugurò illuminandola.

La cima offre un vastissimo e solenne panorama: a nord fino all'Appennino modenese, a est fino alle vette dell'Appennino umbro-marchigiano e umbro-abruzzese, a sud fino ai monti Cimini e ad ovest fino al Tirreno e all'Elba.

Ultima modifica il Martedì, 12 Novembre 2019 15:13