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Abbazia di San Salvatore

AbbaziaDalla piazza centrale XX Settembre si imbocca la via Cavour a metà della quale, a destra, un portale del tardo 1500 immette nella via del Monastero.

Questa, sottopassato un secondo portale con un breve andito (a destra e a sinistra, le porte dell'Udienza), sbocca nella piazza dove si levano gli avanzi dell'Abbazia di San Salvatore o Abbazia del Monte Amiata, fondata nel 743 dal longobardo Erfo (secondo la tradizione, dal re Rachis) e cresciuta rapidamente in potenza così da diventare la più ricca della Toscana.

La chiesa, ricostruita in forme romantiche nel 1036, ha facciata alta e stretta, animata da una trifora su colonnine e serrata entro due campanili (quello destro incompiuto) adorni di archetti pensili romantici.

L'interno della chiesa, rimaneggiato nel 1590, è a croce latina ad una navata, con presbiterio sopraelevato e soffitto a travature scoperte (caratteristico il grande arco di accesso alla crociera, adorno nel sotto arco di figure di Evangelisti e Santi).
Sulla parete destra, grande Crocifisso ligneo oggetto, secondo la leggenda, di una visione di Rachis, in realtà opera della seconda metà del secolo XII; su quella sinistra, Martirio di San Bartolomeo di Francesco Nasini.
Nell'abside, bel coro a intagli del secolo XV.
Le cappelle ai lati del presbiterio hanno affreschi di Francesco e Annibale Nasini: in quella a destra, la Leggenda di Rachis; in quella a sinistra, Annunciazione, Presentazione al Tempio, Visitazione, Assunzione.
Sotto la crociera si svolge la cosidetta "cripta", ambiente del massimo interesse affollato di colonne (36 in tutto) notevolissime per forma, la decorazione e la varietà dei capitelli.
Risale ad epoca precedente la costruzione della chiesa, forse al secolo VIII, e poco si sa della sua primitiva funzione culturale.
Ha pianta a croce greca e dei quattro bracci, tre sono originali e uno ricostruito.
Ritornati in chiesa, da una porta a sinistra si esce nel chiostro cinto da portico della prima metà del 1600, tra i pochi resti dell'antico monastero.
Da qui, una scala in ferro conduce a due ambienti dove è stato di recente allestito un piccolo museo, che raccoglie importanti manufatti provenienti dall'Abbazia e dalla Madonna del Castagno: cofanetto-reliquiario di ambito scoto-irlandese del secolo VIII; busto-reliquiario della testa di San Marco Papa, datato 1381 e attribuito a Mariano d'Angolo Romanelli; la grande casula di San Marco Papa, sciamito orientale databile tra il secolo VIII e IX; bordo istoriato, tessuto sassanide risalente al VII-X secolo; pavimento in maiolica policroma di manifattura senese-viterbese dell'ultimo quarto del XV secolo.

Ultima modifica il Martedì, 12 Novembre 2019 15:04